PAPA FRANCESCO
Lo Spirito Santo guida il popolo di Dio incontro a Gesù nostra speranza.
13. Una lettera scritta con lo Spirito del Dio vivente: Maria e lo Spirito Santo
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Tra i diversi mezzi con cui lo Spirito Santo attua la sua opera di santificazione nella Chiesa – Parola di Dio, Sacramenti, preghiera – ce n’è uno in particolare ed è la pietà mariana. Nella tradizione cattolica c’è questo motto, questo detto: “Ad Iesum per Mariam”, cioè “a Gesù per mezzo di Maria”. La Madonna ci fa vedere Gesù. Lei ci apre le porte, sempre! La Madonna è la mamma che ci porta per mano verso Gesù. Mai la Madonna indica sé stessa, la Madonna indica Gesù. E questa è la pietà mariana: a Gesù per le mani della Madonna.
San Paolo definisce la comunità cristiana «una lettera di Cristo composta da noi, scritta non con inchiostro, ma con lo Spirito del Dio vivente, non su tavole di pietra, ma su tavole di cuori umani» (2 Cor 3,3). Maria, in quanto prima discepola e figura della Chiesa, è anch’essa una lettera scritta con lo Spirito del Dio vivente. Proprio per questo, ella può essere «conosciuta e letta da tutti gli uomini» (2 Cor 3,2), anche da chi non sa leggere libri di teologia, da quei “piccoli” ai quali Gesù dice che sono rivelati i misteri del Regno, nascosti ai sapienti (cfr Mt 11,25).
Dicendo il suo “sì” – quando Maria accetta e dice all’angelo: “sì, si faccia la volontà del Signore” e accetta di essere la mamma di Gesù –, è come se Maria dicesse a Dio: “Eccomi, sono una tavoletta da scrivere: lo Scrittore scriva ciò che vuole, faccia di me ciò che vuole il Signore di tutto” [1]. In quel tempo, si usava scrivere su tavolette incerate; oggi diremmo che Maria si offre come una pagina bianca su cui il Signore può scrivere ciò che vuole. Il “sì” di Maria all’angelo – ha scritto un noto esegeta – rappresenta «il vertice di ogni comportamento religioso davanti a Dio, poiché ella esprime, nella maniera più elevata, la passiva disponibilità unita all’attiva prontezza, il vuoto più profondo che si accompagna alla più grande pienezza» [2].
Ecco, dunque, come la Madre di Dio è strumento dello Spirito Santo nella sua opera di santificazione. In mezzo al profluvio interminabile di parole dette e scritte su Dio, sulla Chiesa e sulla santità (che pochissimi, o nessuno, è in grado di leggere e capire per intero) lei ci suggerisce due sole parole che tutti, anche i più semplici, possono pronunciare in ogni occasione: “Eccomi” e “fiat”. Maria è colei che ha detto “sì” al Signore e con il suo esempio e la sua intercessione ci spinge a dire anche noi il nostro “sì” a Lui, ogni volta che ci troviamo dinanzi a una obbedienza da attuare o a una prova da superare.
In ogni epoca della sua storia, ma in particolare in questo momento, la Chiesa si trova nella situazione in cui la comunità cristiana era all’indomani dell’Ascensione di Gesù al cielo. Deve predicare il Vangelo a tutte le genti, ma è in attesa della “potenza dall’alto” per poterlo fare. E non dimentichiamo che in quel momento, come si legge negli Atti degli Apostoli, i discepoli erano riuniti intorno a «Maria, la madre di Gesù» (At 1,14).
È vero che c’erano anche altre donne insieme con lei nel cenacolo, ma la sua presenza è diversa e unica fra tutte. Tra lei e lo Spirito Santo c’è un vincolo unico ed eternamente indistruttibile che è la persona stessa di Cristo, “concepito per opera dello Spirito Santo e nato da Maria Vergine”, come noi recitiamo nel Credo. L’evangelista Luca volutamente mette in risalto la corrispondenza tra la venuta dello Spirito Santo su Maria nell’Annunciazione e la sua venuta sui discepoli a Pentecoste, usando alcune espressioni identiche nell’uno e nell’altro caso.
San Francesco d’Assisi, in una sua preghiera, saluta la Vergine quale «figlia e ancella dell’altissimo Re il Padre celeste, madre del santissimo Signore Gesù Cristo, sposa dello Spirito Santo» [3]. Figlia del Padre, Madre del Figlio, Sposa dello Spirito Santo! Non si poteva illustrare con parole più semplici il rapporto unico di Maria con la Trinità.
Come tutte le immagini, anche questa di “sposa dello Spirito Santo” non va assolutizzata, ma presa per quel tanto di verità che contiene, ed è una verità molto bella. Ella è la sposa, ma è, prima ancora, la discepola dello Spirito Santo. Sposa e discepola. Impariamo da lei a essere docili alle ispirazioni dello Spirito, soprattutto quando Egli ci suggerisce di “alzarci in fretta” e andare ad aiutare qualcuno che ha bisogno di noi, come fece lei subito dopo che l’angelo la lasciò (cfr Lc 1,39). Grazie!
[1] Cfr Origene, Commento al Vangelo di Luca, framm. 18 (GCS 49, p. 227).
[2] H. Schürmann, Das Lukasevangelium, Friburgo in Br. 1968: trad. ital. Brescia 1983, 154.
[3] Fonti Francescane, Assisi 1986, n. 281.