INTRODUZIONE

Scrive Luisa Piccarreta: Una Novena del Santo Natale, circa l’età di diciassette anni, mi preparai alla festa del Santo Natale praticando diversi atti di virtù e mortificazione e specialmente onorando i nove mesi che Gesù stette nel seno materno, con nove ore di meditazione al giorno, appartenente sempre al mistero dell’Incarnazione.

quinta Ora = quinto eccesso d’amore

Amore solitario

Onde la voce interna proseguiva: “Figlia mia, non ti scostare da me, non mi lasciare solo, il mio Amore vuole la compagnia: un altro eccesso del mio Amore, che non vuole essere solo. Ma sai tu di chi vuole essere in compagnia? Della creatura! Vedi, nel seno della mia Mamma, insieme con me ci sono tutte le creature concepite insieme con me. Io sto con loro tutto amore; voglio dir loro quanto le amo, voglio parlare con loro per dire le mie gioie e i miei dolori, che sono venuto in mezzo a loro per renderle felici, per consolarle, che starò in mezzo a loro come un loro fratellino, dando a ciascuna tutti i miei beni, il mio Regno, a costo della mia morte; voglio dar loro i miei baci, le mie carezze, voglio trastullarmi con loro. Ma, ahi, quanti dolori mi danno! Chi mi fugge, chi fa il sordo e mi riduce al silenzio, chi disprezza i miei beni e non si cura del mio Regno; ricambiano i miei baci e carezze con la noncuranza e la dimenticanza di me, ed il mio trastullo lo convertono in amaro pianto… Oh, come sono solo, pure in mezzo a tanti! Oh, come mi pesa la mia solitudine! Non ho a chi dire una parola, con chi fare uno sfogo, neppure d’amore; sono sempre mesto e taciturno, perché se parlo non sono ascoltato.

Ah, figlia mia, ti prego, ti supplico, non mi lasciare solo in tanta solitudine, dammi il bene di farmi parlare con l’ascoltarmi; presta orecchio ai miei insegnamenti. Io sono il Maestro dei maestri; quante cose voglio insegnarti! Se tu mi darai ascolto, mi farai cessare di piangere e mi trastullerò con te; non vuoi tu trastullarti con me?”.

E mentre mi abbandonavo in Lui, compatendolo della sua solitudine, la voce interna proseguiva: “Basta, basta, e passa a considerare il sesto eccesso del mio Amore”.

Riflessioni e giri nella Divina Volontà

Dal Libro di Cielo Volume 36 – Dicembre 25, 1938

Scrive Luisa Piccarreta: La mia povera mente continua il suo cammino nel Voler Divino […] Onde mi son fermata nella discesa del Verbo sulla terra, ed io lo compativo nel vederlo solo. Ed il mio dolce Gesù, con una tenerezza indicibile, sorprendendomi mi ha detto: “Figlia mia carissima, tu ti sbagli; la solitudine fu da parte dell’ingratitudine umana, ma dalla parte divina e delle opere nostre, tutti Mi accompagnarono, né Mi lasciarono mai solo. Anzi tu devi sapere che insieme con Me scese il Padre e lo Spirito Santo; mentre Io restai con loro in Cielo, loro scesero con Me in terra. Siamo inseparabili; Noi stessi, se lo vogliamo, non possiamo separarci; al più Ci bilochiamo e, mentre teniamo il nostro trono in Cielo, formiamo il nostro trono in terra, ma separarci non mai! Al più il Verbo prese la parte operante, però concorrente sempre il Padre e lo Spirito.

Anzi nell’atto che scesi dal Cielo, tutti si mossero per farmi corteggio e per darmi gli onori a Me dovuti. Mi corteggiò il cielo con tutte le sue stelle, dandomi gli onori della mia immutabilità e del mio amore che mai finisce; Mi corteggiò il sole, dandomi gli onori della mia eterna luce, oh, come Mi decantò bene colla molteplicità dei suoi effetti! Posso dire [che] facendomi culla colla sua luce e col suo calore, nel suo muto linguaggio Mi diceva: ‘Tu sei luce ed Io Ti onoro, Ti adoro, Ti amo con quella stessa luce con cui mi creasti’. Tutti Mi circondarono: il vento, il mare, il piccolo uccellino, tutti e tutto, per darmi l’amore, la gloria con cui li avea creati; e chi Mi decantava il mio impero, chi la mia immensità, chi le mie gioie infinite. Le cose create Mi facevano festa, e se Io piangevo anche loro piangevano, perché la mia Volontà risiedendo in esse le teneva a giorno di quello che Io facevo; ed oh, come si sentivano onorate nel fare ciò che faceva il loro Creatore!

Poi ebbi il corteggio degli Angeli, che non Mi lasciarono mai solo. E siccome tutti i tempi sono i miei, ebbi il corteggio del mio gran popolo che avrebbero vissuto nel mio Volere, il quale Me lo portava nelle sue braccia, ed Io Me lo sentivo palpitante nel mio Cuore, nel mio Sangue, nei miei passi; e solo al sentirmi investito da questo popolo, amato colla mia stessa Volontà, Mi sentivo come contraccambiato della mia discesa dal Cielo in terra. Era questo il mio scopo primario: di riordinare il Regno della mia Volontà in mezzo ai figli miei; mai avrei creato il mondo se non dovessi avere i figli che Mi somigliano e che non vivessero della mia stessa Volontà. Essa Si troverebbe nelle condizioni di una povera madre sterile, che non tiene potere di generare e che non può formarsi una famiglia a sé. Perciò la mia Volontà tiene potere di generare e di formarsi la sua lunga generazione, per formarsi la sua Famiglia Divina”.