LUNEDÌ DELLA VIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

Colore Liturgico Verde

Prima Lettura

Volgiti all’Altissimo e allontanati dall’ingiustizia.

Dal libro del Siràcide
Sir 17,20-28 (NV) [gr. 17, 24-29]

A chi si pente Dio offre il ritorno,
conforta quelli che hanno perduto la speranza 
e li rende partecipi della sorte dei giusti.
Ritorna al Signore e abbandona il peccato,
prega davanti a lui e riduci gli ostacoli.
Volgiti all’Altissimo e allontànati dall’ingiustizia; 
devi odiare fortemente ciò che lui detesta.
E riconosci i giusti giudizi di Dio
e persisti nella sorte che ti è assegnata
e nella preghiera al Dio altissimo.
Negl’inferi infatti chi loderà l’Altissimo,
al posto dei viventi e di quanti gli rendono lode? 
Non perseverare nell’errore degli uomini iniqui; 
prima di morire manifesta la tua lode.
Da un morto, che non è più, non ci può essere lode, 
chi è vivo e sano loda il Signore.
E loderai Dio e ti glorierai della sua misericordia. 
Quanto è grande la misericordia del Signore,
il suo perdono per quanti si convertono a lui!

Parola di Dio.

Salmo Responsoriale

Dal Sal 31 (32)

R. Rallegratevi nel Signore ed esultate, o giusti!

Beato l’uomo a cui è tolta la colpa
e coperto il peccato.
Beato l’uomo a cui Dio non imputa il delitto 
e nel cui spirito non è inganno. R.

Ti ho fatto conoscere il mio peccato,
non ho coperto la mia colpa.
Ho detto: «Confesserò al Signore le mie iniquità» 
e tu hai tolto la mia colpa e il mio peccato. R.

Per questo ti prega ogni fedele
nel tempo dell’angoscia;
quando irromperanno grandi acque 
non potranno raggiungerlo. R.

Tu sei il mio rifugio, mi liberi dall’angoscia, 
mi circondi di canti di liberazione:
«Ti istruirò e ti insegnerò la via da seguire; 
con gli occhi su di te, ti darò consiglio». R.

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

Gesù Cristo, da ricco che era, si è fatto povero per voi,
perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà. (2Cor 8,9)

Alleluia.

Vangelo

Vendi quello che hai e vieni! Seguimi!

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 10,17-27
 
In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”».
Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.
Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».
 
Parola del Signore.

Lunedì 3 Marzo 2025
Ss. Marino e Asterio; S. Cunegonda; B. Innocenzo da Berzo
8.a settimana del Tempo Ordinario

Mc 10, 21

«Vendi quello che hai».

Volume 10, Febbraio 10, 1912

“Figlia mia, per chi lascia tutto ed opera per Me, ed ama tutto divinamente, tutte le cose sono a sua disposizione.  Ed il segno se uno ha lasciato tutto per Me ed è giunto ad operare e ad amare tutto divinamente, è se nell’operare, nel parlare, nel pregare, in tutto, non trova più intoppi, dispiaceri, contrasti, opposizioni, perché innanzi a questa potenza di operare ed amare tutto divinamente, tutti piegano la testa e non osano neppure fiatare.  Perché Io, Padre benevolo, sto sempre a guardia del cuore umano, e vedendolo scivolare da Me, cioè operare ed amare umanamente, ci metto le spine, i dispiaceri, le amarezze, le quali pungono ed amareggiano quell’opera e quell’amore umano, e l’anima vedendosi punta, scorge che quel suo modo non è divino, entra in sé stessa ed agisce diversamente;  perché le punture sono le sentinelle del cuore umano e gli somministrano gli occhi per fargli vedere chi è che la muove, Dio o la creatura. 
Invece quando l’anima lascia tutto, opera ed ama tutto divinamente, gode la mia pace, ed invece di avere le sentinelle e gli occhi delle punture, ha la sentinella della pace che le allontana tutto ciò che la può turbare e gli occhi dell’amore, i quali occhi mettono in fuga e scottano coloro che vogliano turbarla, perciò [questi] se ne stanno in pace a riguardo di quell’anima e le danno pace e si mettono a sua disposizione.  Pare che l’anima può dire:  “Nessuno mi tocca, perché sono divina e sono tutta del mio dolce amore Gesù.  Nessuno ardisca di turbare il mio dolce riposo col mio Sommo Bene, e se ardite, con la Potenza di Gesù, che è mia, vi metterò in fuga”.