Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo

La concupiscenza degli occhi.
1) E’ la sete del sensibile, di ciò che si vede, di ciò che è terreno, di ciò che passa, con
disprezzo di ciò che è spirituale, invisibile, celeste, eterno. E’ la cupidigia, che al dir della Scrittura, è la radice di tutti i mali. E’ il peccato di Giuda.
Gesù, per guarire una tale malattia, volle nascere e vivere povero… Pensa alla povertà di Betlemme… dell’esilio… di Nazaret… della vita pubblica di Gesù:
gli uccelli hanno un nido e Ie volpi una tana ma il Figlio dell’uomo non ha una pietra ove posare il capo: e muore nudo su una croce ed è posto in un sepolcro non suo… Esaltò poi a parole la povertà, mettendola la prima tra le beatitudini e promettendo, a chi da tutto si distacca, il Regno dei cieli: beati pauperes, quoniam ipsorum est regnum coelorum. (Beati i poveri perchè di essi è il Regno dei cieli)

2) I beni della terra che Dio aveva creato, affinché ci servissero di scala per salire a
Lui, sono per causa del peccato originale e del pervertimento da esso prodotto, tanti
ostacoli che ci allontanano da Lui.
Quindi l’esempio ed il consiglio di Gesù di abbandonare tutto a chi vuol essere perfetto.
La S. Schiavitù è una grande scuola di distacco.
Non ci obbliga a spogliarci dei beni temporali, ma ci insegna a viverne col cuore
distaccato, ad averne quasi paura, perché è così difficile non farsene schiavi.
Il povero è in condizioni più favorevoli del ricco per raggiungere la santità.
Lo schiavo deve riguardare tutto ciò che ha come di Maria e servirsene secondo la sua volontà, pronto a separarsene di fatto e a subirne la perdita se tale fosse il volere di Dio. Anzi la Santa Schiavitù lo spoglia dall’attacco persino ai beni spirituali, che tutti ha ceduti a Maria, per poter veramente dire di dover tutto aspettarsi da Lei ed essere un vero povero della Madonna.