Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo

Le beatitudini del mondo e quelle di Cristo.
1) Le idee sono una grande forza che muove il mondo; un uomo vale ciò che valgono le sue idee; importa quindi avere idee esatte che ti guidino come fari nelle vie del bene.

Per questo Cristo venne sulla terra a portare la verità e smascherarvi l’errore. Il divin Seminatore ha gettato nel mondo sante e feconde idee che l’hanno rinnovellato! Ma anche il demonio conosce la forza delle idee, anch’egli ha perciò bandito il suo vangelo. Bugiardo fin da principio, non ha potuto che insegnare delle menzogne; ma per ingannarci le ha colorate delle apparenze della verità e purtroppo tanti, come Eva, ne sono stati affascinati e corrono dietro ai falsi miraggi di felicità, che il demonio fa loro balenare dinanzi. – Queste massime anche tu purtroppo le hai bevute; l’atmosfera che ti circonda ne è impregnata e, quasi a tua insaputa, hanno ancora un grande potere sulla tua vita. Nel battesimo le hai rinnegate, ma purtroppo la tua mentalità pratica ne è ancora imbevuta. Prega Maria di volertene svestire.

2) Le Beatitudini. – «Sono al centro del pensiero di Cristo. Non vi si trova un
concatenamento logico, ma piuttosto una successione di esclamazioni, nella quale ciascuna brilla d’uno splendore unico, che raggiunge l’anima, la penetra, capace di produrvi una ferita divina.
E’ stato detto agli antichi… io invece vi dico… Da dottore supremo Gesù modifica la legge.
Voi credete che la felicità consista nelle soddisfazioni umane, io invece vi dico: Beati i poveri! Beati gli affamati! Beati quelli che piangono! Beati i puri! Beati quelli che sono odiati e scacciati dagli uomini! Beati quelli che sono dolci e diffondono la pace!

Più che di una argomentazione si tratta di una smentita. Voi ritenete l’opinione in voga. Quanto a me, ecco il mio pensiero: proprio l’opposto. Davanti alla vostra esperienza apparente, umana e mondana, ecco la mia esperienza personale, la mia
“controesperienza”.
I rimpinzati, i sazi, i feroci, i ricchi, coloro che si divertono non sono i beati! Ne sono garante io.
Poveri ciechi, che, vittime della parola comune, credete il contrario! Io non discuto, oppongo; è così e non altrimenti: ho ragione io!

E per far accettare la lezione, che urta tanto la massa umana comune, Gesù non formula il suo pensiero sotto forma di precetto; Tu devi essere povero ecc. e neppure di consiglio: Se vuoi essere felice sii povero ecc. No: ma espone il suo pensiero sotto forma di constatazione.
La sua parola è nello stesso tempo formale e rispettosa della libertà di ciascuno: formale perché é l’espressione della verità; rispettosa perché si presenta sotto forma di discreta constatazione, piena di speranza luminosa e di tenerezza divina. Beati! Beati! Beati! Chi si rifiuterebbe di ricevere un codice della felicità? E dato da chi possiede un’arte infinita di persuadere? E da chi è il Re della felicità?