San Luigi Maria Grignion da Montfort
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo
Vieni, o Spirito creatore,
visita le nostre menti,
riempi della tua grazia
i cuori che hai creato.
O dolce consolatore,
dono del Padre altissimo,
acqua viva, fuoco, amore,
santo crisma dell’anima.
Dito della mano di Dio,
promesso dal Salvatore,
irradia i tuoi sette doni,
suscita in noi la parola.
Sii luce all’intelletto,
fiamma ardente nel cuore;
sana le nostre ferite
col balsamo del tuo amore.
Difendici dal nemico,
reca in dono la pace,
la tua guida invincibile
ci preservi dal male.
Luce d’eterna sapienza,
svelaci il grande mistero
di Dio Padre e del Figlio
uniti in un solo Amore. Amen
“Mamma mia, ti amo, e tu amami e da un sorso di Volontà di Dio all’anima mia; dammi la tua benedizione, affinché possa fare tutte le mie azioni sotto il tuo sguardo materno”.
[159] 4) Questa devozione alla santissima Vergine è una via sicura per andare a Gesù Cristo e raggiungere la perfezione nell’unione con lui:
1) Perché questa pratica che insegno non è nuova. È anzi, così antica che, al dire del Boudon13 morto da poco in concetto di santità in un libro da lui scritto su questa devozione, non se ne possono indicare esattamente gli inizi. È certo tuttavia che nella Chiesa se ne hanno tracce da più di settecento anni.
Sant’Odilone, abate di Cluny, che visse intorno al 1040, fu uno dei primi a praticarla pubblicamente in Francia. Così si legge nella sua vita14.
Il cardinale Pier Damiani riferisce che nel 107615 suo fratello, il beato Marino, si fece schiavo della santissima Vergine, alla presenza del suo direttore spirituale, in una maniera molto edificante. Messasi una corda al collo, si diede la disciplina e depose sull’altare una somma di denaro in segno della sua dedizione e consacrazione alla santa Vergine. Continuò fedelmente così finché visse, tanto da meritarsi di essere visitato e consolato in punto di morte dalla sua buona Padrona e di ricevere da lei medesima la promessa del Paradiso, in premio dei suoi servizi16.
Cesare Bollando ricorda un illustre cavaliere, Vautier de Birbak, parente stretto dei duchi di Lovanio, che intorno al 1300 fece la consacrazione di se stesso alla santa Vergine17. Questa devozione fu praticata in privato da parecchie persone fino al secolo decimosettimo, quando divenne pubblica18.
[160] Il padre Simone de Rojas19, dell’Ordine della Trinità o della Redenzione degli schiavi, predicatore alla corte di Filippo III, mise in voga questa devozione per tutta la Spagna e la Germania ed ottenne da Gregorio XV, su istanza dello stesso Filippo III, grandi indulgenze per quelli che l avessero praticata.
Il reverendo padre De los Rios20, dell’Ordine di sant’Agostino, lavorò con la parola e gli scritti, insieme con il suo intimo amico Padre de Roias, a diffondere questa devozione in Spagna e Germania. Compose un grosso volume dal titolo Hierarchia Mariana, nel quale tratta con grande pietà e pari erudizione dell’antichità, eccellenza e solidità di questa devozione.
Nel secolo scorso i reverendi Padri Teatini diffusero questa devozione in Italia, Sicilia e Savoia21.
[161] Il reverendo padre Stanislao Falacio, della Compagnia di Gesù, la promosse mirabilmente in Polonia22.
Il Padre de los Rios riferisce nel libro suddetto i nomi dei principi e delle principesse, dei vescovi e cardinali di diverse nazioni, che abbracciarono questa devozione.
Il Padre Cornelio a Lapide23, così meritevole per pietà e scienza profonda, ebbe da parecchi vescovi e teologi l’incarico di esaminarla. Dopo maturo esame, ne fece elogi degni della sua pietà. Parecchi altri illustri personaggi seguirono il suo esempio.
I reverendi Padri Gesuiti, sempre zelanti nel servizio della santa Vergine, presentarono a nome dei Congregazionisti di Colonia un breve trattato su questa devozione al duca Ferdinando di Baviera in quel tempo arcivescovo di Colonia, il quale l’approvò e ne permise la stampa, esortando tutti i parroci e i religiosi della sua diocesi a promuovere più che potevano questa solida devozione.
[162] Il cardinale de Bérulle24, la cui memoria è in benedizione per tutta la Francia, fu uno dei più zelanti a propagarla in quella nazione, nonostante tutte le calunnie e persecuzioni mossegli dai critici e libertini. Questi lo accusarono di novità e di superstizione, scrissero e pubblicarono contro di lui un libello diffamatorio, servendosi o meglio, il demonio per mezzo di loro si servì di mille astuzie per impedirgli di diffondere in Francia questa devozione. Ma questo grande e santo uomo rispose alle diffamazioni solo con la pazienza. Alle obiezioni contenute nel libello rispose con un opuscolo confutandole efficacemente, dimostrando che tale devozione è fondata sull’esempio di Gesù Cristo, sui doveri che abbiamo verso di lui e sui voti da noi fatti nel santo battesimo. Con quest’ultimo argomento, soprattutto, riuscì a chiudere la bocca agli avversari, facendo loro vedere che questa consacrazione alla santissima Vergine ed a Gesù Cristo per le mani di lei, non è altro che una perfetta rinnovazione dei voti o promesse battesimali. Altre bellissime cose da lui dette su questa devozione si potranno leggere nelle sue opere.
[163] Nel libro del Boudon si possono leggere i nomi dei vari Pontefici che approvarono tale devozione e dei teologi che l’esaminarono, insieme con le persecuzioni di cui essa fu oggetto e dalle quali uscì vittoriosa. Vi si trova anche il nome di migliaia di persone che la praticarono, senza che nessun Papa mai la condannasse25; ciò che, del resto, non potrebbe avvenire senza scuotere le basi del cristianesimo.
Rimane dunque certo che questa devozione non è nuova. Se non è diffusa, vuol dire che è troppo preziosa per essere gustata e praticata da tutti.
[164] 2) Questa devozione è un mezzo sicuro per andare a Gesù Cristo.
È, infatti, compito proprio della santa Vergine condurci sicuramente a Gesù Cristo, cosi come è compito proprio di Gesù Cristo condurci sicuramente all’eterno Padre. Non credano falsamente le persone spirituali che Maria sia loro d’impedimento per giungere all’unione con Dio. È mai possibile che colei, che trovò grazia davanti a Dio per tutti in generale e per ciascuno in particolare, sia d’impedimento ad un’anima per trovare la grande grazia dell’unione con lui? È mai possibile che colei, che fu tutta piena e sovrabbondante di grazie, cosi unita e trasformata in Dio, quasi da obbligarlo ad incarnarsi in lei26, impedisca ad un’anima di essere perfettamente unita a Dio? È ben vero che la vista delle altre creature, anche sante, potrebbe forse in dati momenti ritardare l’unione divina. Ma come ho già detto27 e non mi stancherò mai di ripetere, ciò non può essere vero di Maria.
Una delle ragioni per cui cosi poche anime giungono alla pienezza dell’età di Gesù Cristo28 è che Maria, ora più che mai Madre di Gesù Cristo e Sposa feconda dello Spirito Santo, non è abbastanza formata nei loro cuori. Chi vuole avere il frutto ben maturo e formato, deve avere l’albero che lo produce. Chi vuol avere il frutto di vita, deve avere l’albero di vita, che è Maria.
Chi vuol avere in sé l’operazione dello Spirito Santo, deve avere la sua Sposa fedele e indissolubile, la divina Maria, che lo rende fertile e fecondo, come già dicemmo29.
[165] Convinciti dunque che quanto più guarderai Maria nelle tue preghiere, contemplazioni, azioni e sofferenze se non con uno sguardo distinto e attento, almeno con uno generale e impercettibile, tanto più perfettamente troverai Gesù Cristo. Egli, infatti, è sempre con Maria, grande, potente, operante e incomprensibile, più ancora che nel cielo e in qualsiasi altra creatura dell’universo30. La divina Maria, completamente immersa in Dio, è ben lontana pertanto dal divenire un ostacolo ai perfetti nella via dell’unione con Dio. Anzi, non c’è mai stata finora né ci sarà mai alcuna creatura che aiuti più efficacemente in questa grande opera, sia comunicando le grazie utili a questo fine, “nessuno è ricolmo del pensiero di Dio, se non per mezzo di lei”, dice un santo31, sia assicurandovi contro le illusioni e inganni dello spirito maligno.
[166] Dove Maria è presente non c’è lo spirito maligno. E un segno infallibile che si è condotti dallo spirito buono è l’essere molto devoti a Maria, il pensare spesso a lei e il parlarne di frequente. È questo il pensiero di un santo32, il quale aggiunge che, come la respirazione è sicuro indizio che il corpo non è morto, così il frequente ricordo e l’invocazione affettuosa di Maria sono un segno sicuro che l’anima non è morta per il peccato.
[167] Come dicono la Chiesa e lo Spirito Santo sua guida, soltanto Maria ha distrutto tutte le eresie33. Perciò non avverrà mai, anche se i critici borbottano, che un fedele devoto di Maria cada nell’eresia o nella illusione almeno formale. Potrà certo, benché più difficilmente di altri, commettere un errore materiale, confondere la menzogna con la verità e lo spirito maligno con quello buono; ma presto o tardi conoscerà la sua colpa e il suo errore materiale e, quando li avrà conosciuti, non si ostinerà a credere e sostenere ciò che aveva creduto.
[168] Chi dunque vuole progredire nella via della perfezione ed incontrare sicuramente e perfettamente Gesù Cristo senza il pericolo di cadere nell’illusione, che è ordinaria nelle persone di preghiera, abbracci “con cuore generoso e animo pronto”34 questa devozione alla santissima Vergine, che forse prima non conosceva. Entri in questo eccellente cammino a lui sconosciuto e che io gli sto indicando: “Io vi mostro una via migliore di tutte”35.
È una via tracciata da Gesù Cristo, Sapienza incarnata, nostro unico Capo. Percorrendola, il membro di questo Capo non può sbagliarsi.
È una via facile, per la pienezza della grazia e dell’unzione dello Spirito Santo di cui è ricolma. Camminandovi, non ci si stanca né s’indietreggia.
È una via breve: in poco tempo ci conduce a Gesù Cristo. È una via perfetta: sul suo percorso non c’è fango, né polvere, né la minima sozzura di peccato. Infine, è una via sicura, per la quale si giunge a Gesù Cristo e alla vita eterna in modo diritto e sicuro, senza deflettere né a destra né a sinistra. Prendiamo dunque questa strada e in essa camminiamo giorno e notte, sino alla pienezza dell’età di Gesù Cristo.
NOTE:
13 ENRICO-MARlA BOUDON (1624-1702), arcidiacono di Evreux. Scrisse Dieu seul ou Le saint esclavage de l’admirable Mère de Dieu, pubblicato a Parigi nel 1667. Il Montfort lo ricorda due volte: VD 159, 162. Il termine doulos (schiavo) ricorre in molti sigilli dei primi secoli dell’impero d’Oriente (395-1453) assieme al nome della Madre di Dio (G. SCHLUMBERGER, Sigillographie de l’Empire byzantin, Paris 1884, p. 31) come anche sull’ambone di papa Giovanni VII (703-707) nella Chiesa di S. Maria Antiqua al Palatino (Roma) e in una lastra di marmo (ora nelle Grotte Vaticane) proveniente dall’oratorio fatto erigere dallo stesso papa Giovanni VII nell’antica basilica di S. Pietro.
14 S. ODILONE (962-1048), abate di Cluny dal 994.
15 Questa data è da correggere, perché san P. Damiani visse dal 1007 al 1072.
16 Cf PL 145, 565-567.
17 Anche questa data è errata perché CESARE D’EISTERBACH, nato prima del 1128, morì verso il 1210.
18 Cf H. BREMOND, Histoire littéraire du sentiment religieux en France, Paris 1923, vol. 6, p. 266.
19 Simón de Roias (1552-1624), che Lope de Vega paragona a san Bernardo per il suo ardente amore alla Madre di Dio, è stato canonizzato da Giovanni Paolo II il 3 luglio 1988. Fondò la “Congregazione degli schiavi del dolcissimo nome di Maria”.
20 BARTOLOMEO DE LOS RIOS (1580-1652).
21 Cf SILOS, Historiarum Clericorum Regularium, Romae 1665, pars altera, pp. 119-121, 444.
22 FRANCISCI STANISLAI PHOENICII, S.J., Mariae Mancipium, Lublino 1663 (nella collezione Sacrum Poloniae Millennium, Tom. X).
23 CORNELIUS VAN DEN STEIN (1567-1637).
24 PIERRE DE BÉRULLE (1575-1629), fondatore dell’ Oratorio di Francia.
25 A suo tempo, l’inquisizione romana condannò abusi e indiscrezioni di devoti.
26 Cf S. TOMMASO, Summa theol. III, q. 2, a. 11, ad 3.
27 Cf VD 75; SM 21.
28 Cf VD 33.
29 Cf VD 20-21, 34-36.
30 “La Chiesa pensando a Lei (Maria) con pietà filiale e contemplandola alla luce del Verbo fatto uomo, con venerazione penetra più profondamente nell’altissimo mistero dell’incarnazione e si va ognor più conformando col suo Sposo” (LG 65).
31 S. GERMANO di Costantinopoli, Sermo 2 in Dormit. Deip., PG 98, 350.
32 S. GERMANO di Costantinopoli, Orat. in sanctae Deiparae Zonam, PG 98, 378-379.
33 Dall’Officio della Madonna.
34 2 Mac 1,3. 57.
35 1 Cor 12,31.