Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo
Vieni, o Spirito creatore,
visita le nostre menti,
riempi della tua grazia
i cuori che hai creato.
O dolce consolatore,
dono del Padre altissimo,
acqua viva, fuoco, amore,
santo crisma dell’anima.
Dito della mano di Dio,
promesso dal Salvatore,
irradia i tuoi sette doni,
suscita in noi la parola.
Sii luce all’intelletto,
fiamma ardente nel cuore;
sana le nostre ferite
col balsamo del tuo amore.
Difendici dal nemico,
reca in dono la pace,
la tua guida invincibile
ci preservi dal male.
Luce d’eterna sapienza,
svelaci il grande mistero
di Dio Padre e del Figlio
uniti in un solo Amore. Amen
“Mamma mia, ti amo, e tu amami e da un sorso di Volontà di Dio all’anima mia; dammi la tua benedizione, affinché possa fare tutte le mie azioni sotto il tuo sguardo materno”.
Morire a noi stessi
1) Se tu hai ben compreso con l’aiuto della grazia che tutto in te è guasto e corrotto
non ti meraviglierai se il Montfort conclude:
«Dopo ciò è forse da stupirsi se Gesù disse che chi vuole seguirlo deve rinunciare a se
stesso e odiare l’anima sua? che chi l’ama disordinatamente, la perderà, mentre chi l’odierà nel giusto senso la salverà? Questa infinita sapienza che non dà comandi senza ragione, non ci ordina di odiare noi stessi se non perché proprio siamo sommamente degni di odio: nulla più degno d’amore che Dio, nulla più degno di odio del nostro io».
Sono questi i tuoi sentimenti?
2) Per vuotarci di noi stessi bisogna inoltre tutti i giorni morire a noi stessi, cioè
rinunciare alle operazioni delle potenze dell’anima e dei sensi del corpo. Bisogna guardare come se non si guardasse, ascoltare come se non si ascoltasse, servirsi delle cose di questo mondo come se non ce ne servissimo; ciò che S. Paolo chiama morire tutti i giorni: Quotidie morior.
Se non moriamo a noi stessi e se le nostre devozioni, anche più sante, non ci
portano a questa morte necessaria e feconda non produrremo frutti che valgano.
Le nostre devozioni ci torneranno inutili e tutte Ie nostre azioni, per quanto buone saranno contaminate dal nostro amor proprio e dalla nostra propria volontà, il che farà sì che Dio avrà in abominio i più grandi sacrifici e Ie migliori azioni che potessimo mai compiere.
Al punto di morte ci troveremo con le mani vuote di virtù e di meriti, e non avremo in cuore una scintilla di quel puro amore, perché esso è comunicato solo alle anime morte a se stesse, la cui vita è nascosta con Cristo in Dio, (Tratt. n. 80·81).
APPROFONDIAMO… DAL LIBRO DI CIELO
A volte sembra difficile …ma Gesù ci da una strada diversa, ci da occhi nuovi per guardare.
DALLE MEMORIE DELL’INFANZIA LUISA PICCARRETA 37-41
(Gesù)“Sono pronto a fare quel che tu vuoi (ad aiutarla). Vedi, la prima cosa che ti dissi che volevo da te era l’imitazione della mia Vita, dunque vediamo che cosa ti manca”.
“Signore”. Gli dicevo: “Mi manca tutto, non ho niente”.
Ebbene mi diceva: “Non temere, a poco a poco faremo tutto, conosco Io stesso quanto sei debole, ma è da Me che devi prendere forza”. (non ricordo in filo, ma come posso le dirò) E soggiungeva:
“Voglio che sia sempre retta nel tuo operare, un occhio guardi a Me e l’altro occhio quello che stai facendo; voglio che le creature ti scompariscono affatto. Se sei comandata non guardare le persone, no, ma devi pensare che Io stesso voglio che tu faccia quel che ti viene comandato, quindi coll’occhio fisso in Me non giudicherai nessuno, non guarderai se la cosa è penosa o gustosa, se puoi o non puoi farle, chiudendo gli occhi a tutto questo li aprirai per guardare Me solo, mi porterai teco insieme pensando che ti sto fisso guardando, mi dirai: “Signore solo per te lo faccio, per te solo voglio operare, non più schiava delle creature”. Onde, se cammini, se operi, se parli, in qualunque cose che farai, il solo tuo fine dev’essere di piacere a Me solo. Oh! quanti difetti eviterai se farai così”.
Altre volte mi diceva: “Voglio pure che se le persone ti mortificano, t’ingiuriano, ti contraddicono, lo sguardo ancora fisso in Me, pensando che di propria bocca ti sto dicendo: “Figlia, sono proprio Io che voglio che soffri questo, non le creature, allontana da loro lo sguardo, ma Io e tu sempre, tutte le altre distruggeli. Vedi, voglio renderti bella per mezzo di queste sofferenze, ti voglio arricchire di meriti, lavorare l’anima tua, renderti simile a Me. Tu me ne farai un presente, mi ringrazierai affettuosamente, sarai grata a quelle persone che ti danno occasione di soffrire, ricompensandole di qualche benefizio. Così facendo camminerai retta innanzi a Me, tutte le cose non ti daranno più inquititudine e godrai sempre pace”.
PRATICA.
Considera come grandi amici coloro che, rinfacciandoti i tuoi difetti, ti
aiutano a morire a te stesso.
Ave, stella del mare, madre gloriosa di Dio
vergine sempre, Maria, porta felice del cielo.
L’ «Ave» del messo celeste reca l’annunzio di Dio,
muta la sorte di Eva, dona al mondo la pace.
Spezza i legami agli oppressi, rendi la luce ai ciechi,
scaccia da noi ogni male, chiedi per noi ogni bene.
Mostrati Madre per tutti, offri la nostra preghiera,
Cristo l’accolga benigno, lui che si è fatto tuo Figlio.
Vergine santa fra tutte, dolce regina del cielo,
rendi innocenti i tuoi figli, umili e puri di cuore.
Donaci giorni di pace, veglia sul nostro cammino,
fa’ che vediamo il tuo Figlio, pieni di gioia nel cielo.
Lode all’altissimo Padre, gloria al Cristo Signore,
salga allo Spirito Santo, l’inno di fede e d’amore.
Amen