Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo


Scelta della vera devozione


I falsi devoti. Essi sono:

1) I DEVOTl CRITICI, d’ordinario dotti orgogliosi, presuntuosi, che criticano quasi
tutte le pratiche di pietà delle persone semplici. Mettono in dubbio tutti i miracoli e fatti che qualificano di storielle. Dicono che ad essi non piacciono le devozioni esteriori (e non ne hanno né di esteriori, né di interiori); che le ammirabili lodi tributate a Maria dai Santi Padri sono pie esagerazioni.

2) I DEVOTI SCRUPOLOSI, sono quelli che temono di disonorare il Figlio onorando
la Madre. Vedono a malincuore più persone inginocchiate davanti all’altare della Madonna che a quello del SS., quasi che chi prega Maria non preghi Gesù Cristo per mezzo di Lei!
Non vogliono si parli tanto spesso di Maria e che tanto spesso a Lei si ricorra, ma si parli di Cristo e si ricorra a Lui, come se non ci si indirizzasse a Lei come alla strada per
giungere a Gesù. La Chiesa, con lo Spirito Santo, nell’Ave Maria, benedice prima Maria e poi Gesù. Non che Essa sia più di Lui, o a Lui uguale; ma perché per benedire in modo più perfetto Gesù, occorre prima benedire Maria.

3) I DEVOTI ESTERIORI, che fan consistere tutta la devozione a Maria in pratiche
esterne: rosari affrettati, Messe senza attenzione, iscrizioni a confraternite, ma senza il proposito di emendare la propria vita e sforzarsi di imitare Ie sue virtù.

4) I DEVOTI PRESUNTUOSI, che dormono tranquilli nei loro vizi con la scusa di
essere devoti di Maria; che Dio è buono e misericordioso e li perdonerà come se si potesse essere devoti di Maria e oltraggiare e crocifiggere suo figlio. Si fidano di certi fatti miracolosi e strani per illudersi sempre più e abusare con orribile sacrilegio della più santa delle devozioni. Per essere veri devoti non è necessario esser già Santi ma esser sinceramente disposti a diventarlo, col proposito d’evitare almeno il peccato mortale.

5) I DEVOTI INCOSTANTI, che onorano Maria a intervalli e a capriccio. Scegli poche
pratiche, ma adempile con amore e fedeltà a qualunque costo.

6) I DEVOTl IPOCRITl, che nascondono sotto le apparenze della pietà, le più
perverse abitudini.

7) I DEVOTl INTERESSATI, che pregano Maria solo per essere liberati dai mali del
corpo e per ottenere beni temporali. (Tratt. n. 92-104).

Caratteri della vera devozione. Essa è:

1)INTERIORE, cioè parte dal cuore, deriva dalla stima e dall’alta idea che si ha di
Maria e dall’amore che le si porta.

2) TENERA, cioè piena di confidenza in Maria, come un bambino nella sua madre, in
modo che l’anima ricorre a Lei in tutti i suoi bisogni di corpo e di spirito, con molta
semplicità, fiducia e tenerezza e a Lei si rivolge, come a sua vera e buona Madre, in ogni tempo e luogo. Nei dubbi per essere rischiarata; nei traviamenti per essere raddrizzata;
nelle tentazioni per essere sostenuta : nelle debolezze per essere fortificata; nelle cadute per essere rialzata; negli scoraggiamenti per essere rianimata; negli scrupoli per essere liberata; nelle croci per essere consolata.

3) SANTA, cioè porta alla fuga del peccato e alla imitazione delle virtù della
Madonna. In particolare: la sua umiltà profonda, la sua fede viva, la sua ubbidienza cieca, la sua orazione continua, la sua mortificazione universale, la sua purezza divina, la sua carità ardente, la sua pazienza eroica, la sua dolcezza angelica, la sua sapienza divina.

4) COSTANTE, cioè conferma l’anima nel bene, la rende fedele alle sue pratiche di
pietà, coraggiosa nell’opporsi alle mode e massime del mondo, agli stimoli della carne, alle tentazioni del demonio. Cosicché una persona veramente devota di Maria non è per nulla volubile, melanconica, scrupolosa. Non già ch’essa non cada e non provi talora meno gusto nella sua devozione; ma se cade si rialza tendendo la mano alla sua buona Madre; se si trova senza gusto e devozione sensibile, non se ne affligge, perché il fedele devoto di Maria vive della fede di Gesù e di Maria, e non dei sentimenti della natura.

5) DISINTERESSATA. L’anima non ricerca se stessa ma Dio solo. Serve Maria non per
il proprio interesse temporale od eterno, corporale e neppure spirituale, ma unicamente perché merita di essere servita; non l’ama per i favori che ne spera, ma perché è amabile. Perciò l’ama e la serve non solo nei fervori sensibili, ma anche nell’aridità. (Tratt. 105-110).