Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo

NATURA DELLA VERA DEVOZIONE


Perfezione e consacrazione.

La perfezione consiste nell’essere uniti, conformi e consacrati a Cristo. È perciò la più perfetta di tutte le devozioni è quella che ci unisce, conforma e consacra nel modo più perfetto a Lui. Ora, essendo Maria fra tutte le creature la più conforme a Gesù Cristo, ne segue che, di tutte le devozioni, quella che meglio consacra e conforma a Nostro Signore, è quella a Maria SS., e che più un’anima sarà consacrata a Maria, più lo sarà a Gesù Cristo. La perfetta consacrazione a Gesù Cristo non è quindi nient’altro che una totale consacrazione di sé a Maria ossia una perfetta rinnovazione dei Voti battesimali.

Viene chiamata Perfetta Consacrazione perché comprende tutto:
1) Il corpo con i suoi sensi e Ie sue membra;
2) L’anima con le sue potenze (intelletto e volontà);
3) I beni esterni o di fortuna presenti e futuri;
4) I beni interni cioè i meriti e le opere buone passate, presenti e future. In breve,
quanto abbiamo o potremmo avere nell’ordine della natura, della grazia e della gloria,
a) senza nulla eccettuare, neppure la più piccola opera buona,
b) e ciò per tutta l’eternità,
c) e senza pretendere né sperare altra ricompensa per la nostra offerta e il nostro
servizio che l’onore d’appartenere a Gesù Cristo per mezzo di Lei e in Lei, quando anche questa amabile Padrona non fosse, come è sempre, la più generosa e la più riconoscente delle creature (Tratt. n. 120-122).

N.B., Ogni preghiera o buona opera ha un triplice valore: meritorio, soddisfattorio e
impetratorio. Ora il merito, cioè il diritto alla ricompensa che acquista chi fa un’opera
buona, è incomunicabile e quindi lo diamo alla Madonna in deposito affinché non
abbiamo a perderlo, mentre le cediamo come sua proprietà, affinché lo applichi a chi vuole e come vuole secondo il suo beneplacito, il valore soddisfattorio e impetratorio, con il potere che ha ogni opera buona di rimettere parte della pena dovuta al peccato, e di ottenere grazie. Chi teme che da quest’atto generoso ne possa venire danno ai propri interessi spirituali non conosce Maria SS. e Ie fa la più grande ingiuria, non fidandosi di Lei. Dio non ebbe questi timori; si fidò di Lei e le diede in deposito tutti i suoi tesori lasciandole pieno diritto di disporne come vuole.

Perfetta Devozione perché con essa:
1) Ci diamo a Gesù Cristo nel modo più perfetto, cioè per le mani di Maria,


2) Gli diamo tutto ciò che gli possiamo dare. Nelle altre devozioni diamo un po’ del
nostro tempo, dei nostri beni, delle nostre opere; qui invece diamo tutto, (non solo i frutti ma la pianta), perfino il diritto di disporre dei nostri beni interni, il che non si dà in nessun ordine religioso.
Sicché tutto ciò che pensiamo, diciamo e facciamo, tutto appartiene a Maria.


3) Con questa devozione ci si consacra nello stesso tempo a Maria e a Gesù:
a) a Maria come al mezzo perfetto che Gesù scelse per unirsi a noi e unirci a Lui;
b) a Nostro Signore come all’ultimo fine a cui dobbiamo tutto ciò che siamo e tutto ciò che abbiamo.

Perfetta rinnovazione dei voti battesimali.
Ecco un’altra fonte d’eccellenza della Santa Schiavitù, un altro pregio che bisogna mettere in risalto: essa si fonda sul battesimo che è alla base, al centro della vita cristiana; è uno sviluppo del mistero della nostra filiazione dal Padre e della nostra inserzione nel Corpo mistico di Cristo.

Diciamo rinnovazione perfetta:
1) perché fatta non per bocca di altri, ma direttamente e volontariamente;
2) perché fatta in un modo esplicito per mezzo di Maria;
3) perché diamo anche ciò che né per i voti battesimali né per quelli religiosi non
saremmo obbligati a dare, cioè il valore delle nostre azioni. (Tratt. 123-130).

Difficoltà:
1) Molti non fanno la Consacrazione a Maria perché non vogliono lasciare il peccato e
questi non solo non sono degni del nome di schiavi di Maria, ma neppure di cristiani,
perché schiavi della moda, del mondo, del rispetto umano, delle loro brutte passioni e del demonio.

2) Altri se ne astengono, perché sentono che essa li impegnerebbe ad una vita più
perfetta e generosa. A queste povere anime non resta che considerare ciò che Gesù e Maria hanno fatto per esse, alla felicità che si prova nel servire Maria e domandare umilmente la forza di vincere la propria viltà e ricordarsi che è meglio andare in paradiso coi pochi che all’inferno coi molti.

3) Altri temono di non poter più pregare per l’intenzione particolare, per i propri
morti ecc. Non solo si può, ma si deve pregare secondo le intenzioni volute dalla Chiesa, dalle regole, dai nostri doveri di carità e di giustizia, perché questa è la volontà della Madonna ed è conveniente avere sempre qualche intenzione particolare per eccitare il fervore e l’attenzione, purché questa intenzione sia subordinata alla volontà della nostra buona Padrona, che meglio di noi sa ciò che è di maggior gloria di Dio, e più utile a noi e ai nostri cari.
Però si deve evitare una troppo lunga enumerazione di intenzioni, che potrebbe essere occasione di dissipazione. È questione di fiducia. Oh, come sono pochi
quelli che si fidano davvero della Madonna! I più si lasciano dominare da egoismo e
avarizia spirituale che li porta a considerare la pietà come un commercio, mentre la filiale fiducia d’un vero schiavo di Maria strappa alla Madonna più grazie che non tutti i
candelotti di questa mondo.

Il Montfort quando aveva una preoccupazione andava come
un bambino a dirlo alla Madonna e poi non ci pensava più. Era sicuro che la buona Madre, a cui totalmente apparteneva, si sarebbe sentita impegnata da questo atto di fiducia a prendere su di sé la cosa.
S. Alfonso si accontentava di pregare così: Signore, concedetemi tutte queste grazie che vi domanda per me Maria SS.

4) La S. Schiavitù non è un voto (per quanto molti facciano anche questo) e quindi
non obbliga sotto peccato. Non impone poi pratiche esteriori e ciò spiega la sua larga
diffusione tra i religiosi di ogni specie. Non impedisce si possa contrarre matrimonio,
purché si osservi la castità coniugale, consacrando i propri figli a Maria prima ancora che nascano. Maria fu più di tutto Madre ammirabile.

5) Essendo cosa tutta interiore non è necessario il permesso del superiore; è consigliabile quello di un sacerdote che conosca la nostra anima e specialmente la vera devozione. Se il vostro confessore L’ignora, il che spesso accade, o non ne vuol sapere, consultate un altro sacerdote come in certe malattie si consulta uno specialista.

Scienza o Ignoranza? Ma ciò di cui il demonio si serve più frequentemente per
allontanare le anime da questa devozione, di cui ha più paura che non di tutte le altre
(nessuna devozione incontrò ed incontra tanti ostacoli come questa) è l’ignoranza.
Distoglie i fedeli dallo studiarla e perciò si sente disprezzare e anche condannare con una deplorevole leggerezza una devozione approvata e indulgenziata dalla Chiesa ed esaltata dai Santi e dai Teologi. E ciò spesso da parte di chi dovrebbe inculcarla.

Figli o schiavi? Altro tranello, non meno stupido, ma non meno dannoso è l’erronea
persuasione che facendosi schiavi di Maria si debba rinunciare ad esserne figli. Io sono figlio e non schiavo! sentenziano orgogliosamente. E questo è un grave errore, perché come siamo schiavi per natura di Dio e suoi figli per grazia, così Dio ci fece figli di Maria, ma vuole che, come lui stesso ha fatto nell’incarnazione, ci facciamo suoi schiavi, non per forza, ma per amore.


E’ poi una grave calunnia, suggerita dal padre della menzogna, l’accusare il Montfort
di aver misconosciuto la nostra filiazione da Maria, mentre il più imberbe studentello di mariologia sa che il Santo ha concorso più di ogni altro a sviluppare quel movimento mariano in favore della maternità spirituale di Maria che è alla base della Santa Schiavitù.
Del resto le pagine precedenti e l’atto di consacrazione mostrano a prima vista l’assurdità di tale calunnia.

Due cose dobbiamo a Maria, amore e sudditanza, perché Maria ci è Madre
e Regina, e per indicare questa duplice relazione il Montfort accoppia sempre i due titoli correlativi figlio e schiavo d’amore. (E Gesù non è forse chiamato dallo Spirito Santo figlio e suddito di Maria?).
Per conto mio, per quanto senta tutta la gioia di esser figlio di Maria, sento pure tutta
la vergogna di non essermi nel passato mostrato tale. Sento perciò il bisogno di ripeterle col figliol prodigo: Madre, non son più degno d’essere annoverato tra i tuoi figli, accoglimi almeno tra i tuoi schiavi! E spero che quest’umile e veridica confessione meriterà a me, da parte di Maria, ciò che meritò al Prodigo, da parte di suo padre. Sta a Lei degnarsi di chiamarci figli, a noi riguardar con grande fortuna d’essere annoverati fra i suoi servi.
Gesù si degnò di chiamare gli apostoli amici e fratelli, ma nessuno di essi si arrogò tale
titolo, si gloriarono invece di proclamarsi suoi schiavi come si può vedere nell’intestazione delle lettere di S. Paolo, S. Pietro, S. Giacomo, San Giuda e persino dell’amabile discepolo prediletto, S. Giovanni.