Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo

Il mondo e la morte.
1) Per distrarti dai vani beni del mondo pensa che se non te ne distacchi per amor di
Dio, la morte te ne distaccherà per forza senza tuo merito.
Con ragione la morte è stata definita una professione religiosa in extremis, professione in cui il mondano si vede forzato a spingere il suo distacco assai più oltre di quello del religioso più austero.

2) La morte è:
a) Separazione da tutte le ricchezze che con tanto amore hai cercate, che forse a costo di tante colpe hai accumulate…
b) Separazione da tutti i piaceri. Il povero corpo tanto accarezzato, tanto accontentato, tanto idolatrato, eccolo inerte, insensibile, presto deforme e puzzolente, per finire in un po’ di polvere…
c) Separazione dagli onori. I nostri posti saranno ben presto occupati da altri che non aspettano che la nostra morte… ancora un po’ di commedia nei funerali… una lapide bugiarda coprirà le nostre spoglie ributtanti… e poi silenzio e tenebre la gloria che passò.

Il Maresciallo di Villeroi, sul letto di morte non cessava di ripetere: o mondo, quanto
sei ingannatore! O mondo, quanto sei ingannatore!

Michelangelo morì a 89 anni lasciando alla posterità queste dolorose parole: «Ho camminato lunghi anni per giungere alla mia ultima ora, ed io finalmente, ma troppo tardi, ti conosco, o mondo miserabile, e insensato! Ora so quali sono le tue gioie; vattene a promettere ad altri la pace che tu stesso non hai mai posseduto!».

Ben a ragione perciò la principessa Luigia di Conde, abbandonando la corte per entrar nel primo convento che Ie si parò dinanzi, diceva: «Liberatemi dal mondo, perché lo trovo troppo stupido, folle, e malvagio».