Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo

Dolcezza di Gesù nelle sue opere


1) Dulcis in opere, Egli fece bene ogni cosa: bene omnia fecit. Cioè tutto fece con tanta giustizia, sapienza, santità e dolcezza che non è possibile rilevarvi difetto alcuno. Poveri e fanciulli gli tenevano dietro, come fosse un loro pari e gli si accalcavano attorno per potergli essere vicini. E con quale benignità abbracciava e benediceva i fanciulli: “sinite parvulos”…

2) E chi potrà descrivere la sua dolcezza coi peccatori? Con qual dolcezza trattò la
Maddalena; con qual condiscendenza convertì la Samaritana; con qual misericordia
perdonò l’Adultera; con quale carità sedette al desco dei peccatori pubblici, fino a venir tacciato di essere l’amico dei peccatori e dei pubblicani; con quale bontà e umiltà procurò di cattivarsi il cuore del traditore, lavandogli i piedi e chiamandolo amico! Infine con qual carità chiese perdono al Padre per i suoi carnefici, scusandoli per la loro ignoranza! Oh, come l’incarnata Sapienza è bella, dolce e caritatevole! Bella nell’eternità, quale splendore del Padre e immagine della sua bontà. Bella nel tempo perché formata dallo Spirito Santo pura e senza macchia, incanto degli occhi e dei cuori degli uomini.

3) Non si creda che Gesù, ora glorioso in cielo, sia meno dolce e condiscendente.
Perché la sua gloria perfeziona, in qualche modo, la sua dolcezza: Egli desidera non tanto di apparire quanto piuttosto di perdonare, non tanto di sfoggiare le ricchezze della sua gloria, quanto quelle della sua misericordia. Nelle apparizioni ai Santi, suoi amici non si mostrò tra tuoni e fulmini, ma in modo dolce e benigno; non rivestì la maestà del Dio degli eserciti, ma la tenerezza d’uno sposo e la dolcezza di un amico. Apparve ad un certo Carpo che lo pregava di vendicarsi di alcuni malvagi e gli disse: “Carpo, tu mi conosci. Sai ciò che i peccatori mi sono costati. Perché vuoi che li condanni? Sarei pronto a morire di nuovo per ognuno di essi”.
Altra volta si mostro al B. Susone e con grazioso sorriso gli disse: “Figlio, dammi il
tuo cuore”. Dopo ciò non ameremo noi Gesù che ci ha amati più della propria vita e la cui bellezza e dolcezza sorpassa quanto vi ha di più bello e di più dolce in cielo ed in terra? E come Susone non gli faremo dono totale e irrevocabile del nostro cuore?