1° incontro
da ” Il Regno della mia Divina Volontà in mezzo alle creature -LIBRO DI CIELO- Il richiamo della creatura nell’ordine, al suo posto e nello scopo per cui fu creata da Dio” – diario della piccola figlia della Divina Volontà Luisa Piccarreta.
Un bene si sospira e si possiede quando si conosce
perché il bene allora si sospira e si giunge a possederlo quando si conosce, nessuno possiede un bene, una proprietà, senza conoscerla, e supponi che la possedesse e non la conosce, per lui quel bene è come morto, perché manca la vita della conoscenza.
(1 lug 1926 volume 19)
Quanto più si conosce tanto più si riceve
La conoscenza porta con sé il valore, gli effetti, la vita di quel bene. Un oggetto tanto utile porta per quanto si conosce, e molte volte succede che due oggetti che contengono lo stesso valore, uno che conosce il valore di più, vendendolo acquista di più; un altro che non ha quella conoscenza lo dà per meno; quante cose fa la conoscenza, molti si fanno ricchi perché hanno cura di conoscere le cose; altri si trovano nelle stesse materie, ma perché non conoscono bene le cose sono poveri.
(19 ottobre 1922 volume 14)
Per operare richiediamo sempre il piccolo operato
della creatura, ed a secondo il più o il meno operato di essa, così disponiamo
il più o il meno dei beni che vogliamo dare nell’opera che vogliamo fare a pro
delle creature, perché l’operato di esse ci serve come piccolo terreno o spazio
dove poggiare i beni nostri; se un terreno o spazio è piccolo, poco possiamo
mettere, se è grande possiamo mettere di più, e se vogliamo mettere di più sarà
incapace di prenderlo e di comprenderlo ciò che Noi gli abbiamo dato. Vedi
dunque quanto è necessario il piccolo operato della creatura per fare che le
nostre opere avessero vita in mezzo alle umane generazioni, molto più che come
la creatura incomincia i suoi piccoli atti, le sue preghiere, i suoi sacrifici
per ottenere il bene che le vogliamo dare, così si mette in comunicazione col
suo Creatore apre una specie di corrispondenza, e tutti i suoi atti non sono
altro che letterine che le fa giungere, nelle quali ora prega, ora piange, e
ora le offre la sua stessa vita per muoverlo a dare il bene che le vogliamo
dare. Ciò dispone la creatura a riceverlo, e Dio a darlo.
(24 aprile 1931 volume 29)
[…]Ora figlia mia, ascolta un’altra sorpresa d’amore del tuo Gesù e della nostra Mamma Celeste, perché in tutto ciò che si faceva tra Me e la mia Mamma, l’amore non trovava intoppo, l’amore dell’uno correva nell’amore dell’altro per formare una sola Vita. Or, volendolo fare con le creature, quanti intoppi, ripulse ed ingratitudini, ma il mio Amore non si arresta mai. Or tu devi sapere, che come la mia inseparabile Mamma stendeva la sua Maternità dentro e fuori della mia Umanità, così la costituivo e la confermavo Madre di ciascun pensiero di creatura, d’ogni respiro, d’ogni palpito, d’ogni parola, e facevo stendere la sua Maternità nelle opere, nei passi, in tutte le loro pene; la sua Maternità corre ovunque, nei pericoli di cadere in peccato corre, le copre con la sua Maternità acciò non cadano, e se sono cadute lascia la sua Maternità come aiuto e difesa per farle rialzare. La sua Maternità corre e si stende sulle anime che vogliono essere buone e sante, come se trovasse il suo Gesù in esse, fa da Madre alla loro intelligenza, guida le loro parole, le copre e nasconde nel suo Amore materno, per crescere altrettanti Gesù. La sua Maternità fa sfoggio sul letto dei morenti, e avvalendosi dei diritti di autorità di Madre, dati da Me, mi dice con accento sì tenero, che Io non posso negarle: “Figlio mio, sono Madre, e sono figli miei, devo metterli in salvo. Se ciò non mi concedi la mia Maternità ne va disotto”. E mentre ciò dice li copre col suo Amore, li nasconde nella sua Maternità per metterli in salvo. Il mio Amore fu tanto che le dissi: “Madre mia, voglio che sia la Madre di tutti, e ciò che hai fatto a Me, farai a tutte le creature. La tua Maternità si stende in tutti gli atti loro, in modo che tutti vedrò coperti e nascosti nel tuo Amore materno”. La mia Mamma accettò e restò confermato che non solo doveva essere Madre di tutti, ma d’investire ciascun atto di essi col suo Amore materno. Questa fu una delle grazie più grandi che feci a tutte le umane generazioni. Ma quanti dolori non riceve la mia Mamma? Giungono a non voler ricevere la sua Maternità, a disconoscerla, e perciò tutto il Cielo prega, aspetta con ansia che la Divina Volontà sia conosciuta e regni, e allora la gran Regina farà ai figli del mio Volere ciò che fece al suo Gesù, la sua Maternità avrà vita nei figli suoi. Io cederò il mio posto a chi viva nel mio Volere nel suo cuore materno; Lei me li crescerà, guiderà i loro passi, li nasconderà nella sua Maternità e Santità; si vedrà in tutti i loro atti impresso il suo Amore materno e la sua Santità; saranno veri figli suoi, che mi somiglieranno in tutto, ed oh! come amerei che tutti sapessero che chi vuol vivere nel mio Volere ha una Regina e Madre potente, che supplirà a ciò che loro manca, li crescerà nel suo grembo materno ed in tutto ciò che faranno starà insieme con loro, per modellare gli atti loro ai suoi, tanto che si conoscerà che sono figli cresciuti, custoditi, educati dall’Amore della Maternità della Mamma mia, e questi saranno quelli che la renderanno contenta, e la sua gloria ed il suo onore”.
(Dicembre 28, 1938, volume 36)
“Tu devi sapere che amo sempre i figli miei, le mie amate creature, mi sviscererei per non vederli colpiti, tanto che nei tempi funesti che verranno li ho messi tutti nelle mani della mia Mamma Celeste, a Lei li ho affidati, affinché me li tenga sotto il suo manto sicuro, darò tutti quelli che Lei vorrà, la stessa morte non avrà potere su quelli che saranno in custodia della mia Mamma”.
Ora mentre ciò diceva, il mio caro Gesù mi faceva vedere coi fatti che la Sovrana Regina scendeva dal Cielo con una Maestà indicibile, e una tenerezza tutta materna, e girava in mezzo alle creature in tutte le nazioni e segnava i suoi cari figli e quelli che non dovevano essere toccati dai flagelli, chiunque toccava la mia Mamma Celeste, i flagelli non avevano poter di toccare le creature. Il dolce Gesù le dava il diritto alla Mamma sua di mettere in salvo chi a Lei piaceva. Com’era commovente veder girare in tutte le parti del mondo l’Imperatrice Celeste, che prendeva fra le sue mani materne, se li affiatava al suo petto, li nascondeva sotto il suo manto, affinché nessun mal potesse nuocere coloro che la sua Materna bontà teneva in sua custodia, custoditi e difesi. Oh! se tutti potessero vedere con quanto amore e tenerezza faceva questo ufficio la Celeste Regina, piangerebbero di consolazione e amerebbero Colei che tanto ci ama.
(Giugno 6, 1935 Volume 33)