GIOVEDÌ DELLA VII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

Colore Liturgico Verde

Prima Lettura

Non aspettare a convertirti al Signore.

Dal libro del Siràcide
Sir 5,1-10 (NV) [gr. 5,1-8]

Non confidare nelle tue ricchezze
e non dire: «Basto a me stesso».
Non seguire il tuo istinto e la tua forza,
assecondando le passioni del tuo cuore.
Non dire: «Chi mi dominerà?»,
oppure: «Chi riuscirà a sottomettermi per quello che ho fatto?», 
perché il Signore senza dubbio farà giustizia.
Non dire: «Ho peccato, e che cosa mi è successo?»,
perché il Signore è paziente.
Non essere troppo sicuro del perdono
tanto da aggiungere peccato a peccato.
Non dire: «La sua compassione è grande;
mi perdonerà i molti peccati»,
perché presso di lui c’è misericordia e ira,
e il suo sdegno si riverserà sui peccatori.
Non aspettare a convertirti al Signore
e non rimandare di giorno in giorno,
perché improvvisa scoppierà l’ira del Signore
e al tempo del castigo sarai annientato.
Non confidare in ricchezze ingiuste:
non ti gioveranno nel giorno della sventura.
  
 Parola di Dio.

Salmo Responsoriale

Dal Sal 1

R. Beato l’uomo che confida nel Signore.

Beato l’uomo che non entra nel consiglio dei malvagi, 
non resta nella via dei peccatori
e non siede in compagnia degli arroganti,
ma nella legge del Signore trova la sua gioia,
la sua legge medita giorno e notte. R.

È come albero piantato lungo corsi d’acqua, 
che dà frutto a suo tempo:
le sue foglie non appassiscono
e tutto quello che fa, riesce bene. R.

Non così, non così i malvagi,
ma come pula che il vento disperde;
poiché il Signore veglia sul cammino dei giusti, 
mentre la via dei malvagi va in rovina. R.

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

Accogliete la parola di Dio
non come parola di uomini,
ma, qual è veramente, come parola di Dio. (Cf. 1Ts 2,13)

Alleluia.

Vangelo

È meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna.

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 9,41-50
 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Chiunque vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.
Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare.
Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue.
Ognuno infatti sarà salato con il fuoco. Buona cosa è il sale; ma se il sale diventa insipido, con che cosa gli darete sapore? Abbiate sale in voi stessi e siate in pace gli uni con gli altri».
 
Parola del Signore.
 

Giovedì 27 Febbraio 2025
7.a settimana del Tempo Ordinario

Mc 9,41

«Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa».

Volume 35, Marzo 30,1938

Mi sento tra le braccia del Fiat Divino, il quale è tanto il suo amore che mi alimenta colla sua luce, mi riscalda col suo calore, e se sono stanca mi culla sulle sue ginocchia per darmi il suo riposo, che mi fa risorgere a nuova vita.
Volontà Divina, quanto sei amabile!
Tu sola mi sai amare davvero, e trovo il rifugio a tutti i miei mali.
Ma mi sentivo oppressa nel vedere che quelli che mi circondano soffrono e fanno dei grandi sacrifizi per causa mia. Com’è doloroso vedere sacrificati gli altri!
Ed il mio dolce Gesù, stringendomi fra le sue braccia in atto di compatirmi, tutto tenerezza mi ha detto:
“Povera figlia mia, coraggio, non voglio che ci pensi.
Tu devi sapere che 𝗜𝗼 𝗽𝗼𝘀𝘀𝗼 𝗲 𝘀𝗼 𝗽𝗮𝗴𝗮𝗿 𝗯𝗲𝗻𝗲 𝗮𝗻𝗰𝗵𝗲 𝗶 𝗽𝗶𝗰𝗰𝗼𝗹𝗶 𝘀𝗮𝗰𝗿𝗶𝗳𝗶𝘇𝗶, 𝗹𝗲 𝗮𝘁𝘁𝗲𝗻𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶; 𝗺𝗼𝗹𝘁𝗼 𝗽𝗶𝘂‌ 𝗶 𝗴𝗿𝗮𝗻𝗱𝗶.
𝗜𝗼 𝗻𝘂𝗺𝗲𝗿𝗼 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗼 𝗲 𝗻𝗲𝗽𝗽𝘂𝗿𝗲 𝘂𝗻 𝗿𝗲𝘀𝗽𝗶𝗿𝗼 𝗳𝗮𝘁𝘁𝗼 𝗽𝗲𝗿 𝗠𝗲 𝗹𝗮𝘀𝗰𝗶𝗼 𝘀𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗿𝗶𝗰𝗼𝗺𝗽𝗲𝗻𝘀𝗮, 𝗺𝗼𝗹𝘁𝗼 𝗽𝗶𝘂‌ 𝘀𝗲 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗶 𝘀𝗮𝗰𝗿𝗶𝗳𝗶𝘇𝗶 𝘃𝗲𝗻𝗴𝗼𝗻𝗼 𝗳𝗮𝘁𝘁𝗶 𝗮  𝗰𝗵𝗶 𝗺𝗶 𝗮𝗺𝗮, 𝗮 𝗰𝗵𝗶 𝘃𝘂𝗼𝗹 𝘃𝗶𝘃𝗲𝗿𝗲 𝗻𝗲𝗹 𝗺𝗶𝗼 𝗩𝗼𝗹𝗲𝗿𝗲, mi sento che me se li fa a  Me stesso; ed Io per fare che questi sacrifizi siano fatti di buona volontà vi metto il mio gusto divino, 𝗶𝗻 𝗺𝗼𝗱𝗼 𝗰𝗵𝗲 𝗳𝗮𝗰𝗰𝗶𝗼 𝘀𝗲𝗻𝘁𝗶𝗿𝗲 𝗶𝗹 𝗴𝘂𝘀𝘁𝗼, 𝗶𝗹 𝗽𝗶𝗮𝗰𝗲𝗿𝗲 𝗱𝗶 𝗳𝗮𝗿𝗲 𝗾𝘂𝗲𝗶 𝘀𝗮𝗰𝗿𝗶𝗳𝗶𝘇𝗶, in modo che sentono il bisogno di farli, il gusto, il piacere nel sacrifizio.
Sono come il sale, i condimenti ai cibi; come l’olio alle ruote, che prima camminavano a stento: messo l’olio corrono. Il gusto divino svuota il sacrifizio e lo rende leggero e piacevole .
Ecco perciò la causa che nel nostro amore creammo una passione santa, un gusto, un piacere, che 𝗻𝗼𝗻 𝘀𝗮𝗽𝗽𝗶𝗮𝗺𝗼 𝘀𝘁𝗮𝗿𝗲 𝘀𝗲 𝗻𝗼𝗻 𝗮𝗺𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗹𝗮 𝗰𝗿𝗲𝗮𝘁𝘂𝗿𝗮.
Fu questa nostra passione d’amore che ci faceva sentire l’estremo bisogno di attestare colle nostre opere l’amore verso le creature, tanto che nessuno ci pregò che creassimo un cielo, un sole e tant’altre cose;
tanto che dopo create le guardammo e provammo tanto gusto e piacere, che nella nostra enfasi d’amore esclamammo: ‘𝐂𝐨𝐦𝐞 𝐬𝐨𝐧 𝐛𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐥𝐞 𝐨𝐩𝐞𝐫𝐞 𝐧𝐨𝐬𝐭𝐫𝐞!’
Ma ci daranno più gloria, proveremo più gusto, quando le opere nostre si daranno alle creature per amarle, per farci amare da esse.
Allora alla nostra passione d’amore, all’estremo bisogno d’amare, si aggiungeva la follia, il delirio d’amore, tanto che non ci contentammo delle sole opere: l’amore giunse a tanto, che sentimmo il bisogno di metterci anche la vita.
Difatti che cosa non mi fece fare questa necessità d’amare che sentivo in Me?
Mi fece soffrire pene inaudite, sentii le umiliazioni più umilianti e fino la stessa morte tra spasimi atroci.
𝗢𝗿𝗮 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗮 𝗻𝗼𝘀𝘁𝗿𝗮 𝘀𝘁𝗲𝘀𝘀𝗮 𝗽𝗮𝘀𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱’𝗮𝗺𝗮𝗿𝗲 𝗻𝗼𝗻 𝘀𝗶 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗲𝗻𝘁𝗮, 𝘀𝗲 𝗻𝗼𝗻 𝗽𝗮𝗿𝘁𝗲𝗰𝗶𝗽𝗮 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗮 𝗻𝗼𝘀𝘁𝗿𝗮 𝘀𝘁𝗲𝘀𝘀𝗮 𝗽𝗮𝘀𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱’𝗮𝗺𝗮𝗿𝗲 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗰𝗿𝗲𝗮𝘁𝘂𝗿𝗮.
Perciò nei sacrifizi che facciamo fare, 𝗰𝗿𝗲𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗶𝗻 𝗲𝘀𝘀𝗶 𝗹𝗮 𝗽𝗮𝘀𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲 𝘀𝗮𝗻𝘁𝗮, 𝗹𝗮 𝗰𝗼𝗿𝗿𝗲𝗱𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗱𝗶 𝗴𝘂𝘀𝘁𝗼, 𝗱𝗶 𝗽𝗶𝗮𝗰𝗲𝗿𝗶, 𝗱𝗮 𝗳𝗮𝗿𝗹𝗲  𝗳𝗮𝗿𝗲 𝗹𝗲 𝗽𝗶𝘂‌ 𝗯𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗰𝗼𝗻𝗾𝘂𝗶𝘀𝘁𝗲.
Questa passione diventa ingegnosa, si industria in mille modi, e se non si rende operante pare che non sa né stare né vivere.
Se non vi è passione, anche nelle opere sante, e gusto nei sacrifizi, pare che sono opere dipinte, non vive: hanno un freddo, un’apatia, che producono più disgusto che gusto, e forse più male che bene. Perciò, figlia mia, non ti dar pensiero dei sacrifizi che fanno per te; anzi devo dirti che 𝗹𝗼 𝗳𝗮𝗻𝗻𝗼 𝗽𝗲𝗿 𝗠𝗲, non per te, ed Io ci metterò tale grazia, gusto e piacere, da svuotare il sacrifizio, e poi a seconda l’amore che lo faranno, 𝗜𝗼 𝗺𝗶 𝗿𝗶𝘃𝗲𝗿𝘀𝗲𝗿𝗼‌ 𝗶𝗻 𝗹𝗼𝗿𝗼, e come faranno il sacrifizio voluto da Me, così farò crescere la mia vita in essi.
Non è forse la mia passione d’amore, che mi fa tanto dire della mia Volontà per creare nell’uomo la passione di vivere nel mio Volere?
Col dirne tante voglio affogare la volontà umana dei nostri gusti divini, ma tanto da farla decidere, in virtù del gusto che sente, della felicità che prova, di vivere nella mia Volontà.
E poi lo puoi dire tu stessa: quanti gusti, contenti, gioie ti ho dato nello stato sacrificante in cui ti ho messo?
Quindi 𝗹𝗮𝘀𝗰𝗶𝗮 𝗳𝗮𝗿𝗲 𝗮𝗹 𝘁𝘂𝗼 𝗚𝗲𝘀𝘂‌, 𝗰𝗵𝗲 𝘀𝗮 𝗮𝗴𝗴𝗶𝘂𝘀𝘁𝗮𝗿𝗲 𝗶𝗹 𝘀𝗮𝗰𝗿𝗶𝗳𝗶𝘇𝗶𝗼 𝗲 𝗹𝗼 𝗿𝗲𝗻𝗱𝗲 𝗮𝗺𝗮𝗯𝗶𝗹𝗲, 𝗳𝗮𝗰𝗶𝗹𝗲 𝗲𝗱 𝗮𝗻𝗰𝗵𝗲 𝗱𝗲𝘀𝗶𝗱𝗲𝗿𝗮𝗯𝗶𝗹𝗲, molto più che al sacrifizio della creatura 𝗰𝗶 𝗺𝗲𝘁𝘁𝗼 𝗹𝗮 𝗳𝗼𝗿𝘇𝗮, 𝗶𝗹 𝘀𝗼𝘀𝘁𝗲𝗴𝗻𝗼, 𝗹𝗮 𝘃𝗶𝘁𝗮 𝗱𝗲𝗹 𝗺𝗶𝗼 𝘀𝗮𝗰𝗿𝗶𝗳𝗶𝘇𝗶𝗼; posso dire che il mio sacrifizio prende nel suo grembo il sacrifizio di essa e fa da guida, da vita, da luce, a colui o colei che di buona volontà vogliono sacrificarsi per Me”.