PAPA FRANCESCO

Cappella di Casa Santa Marta
Domenica, 22 dicembre 202
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Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Mi spiace non essere con voi in Piazza, ma sto migliorando e si devono prendere le precauzioni.

Oggi il Vangelo ci presenta Maria che, dopo l’annuncio dell’Angelo, visita Elisabetta, sua anziana parente (cfr Lc 1,39-45), anche lei in attesa di un bimbo. Il loro è perciò l’incontro di due donne felici per il dono straordinario della maternità: Maria ha da poco concepito Gesù, il Salvatore del mondo (cfr Lc 1,31-35), ed Elisabetta, nonostante l’età avanzata, porta in grembo Giovanni, che preparerà la via davanti al Messia (cfr Lc 1,13-17).

Entrambe hanno tanto di cui gioire, e forse potremmo sentirle lontane, protagoniste di miracoli così grandi, che non si verificano normalmente nella nostra esperienza. Il messaggio che l’Evangelista vuol darci, però, a pochi giorni dal Natale, è diverso. Infatti, contemplare i segni prodigiosi dell’azione salvifica di Dio non deve mai farci sentire lontani da Lui, ma piuttosto aiutarci a riconoscere la sua presenza e il suo amore vicino a noi, ad esempio nel dono di ogni vita, di ogni bambino, e della sua mamma. Il dono della vita. Ho letto, nel programma “A sua immagine”, una bella cosa che era scritta: Nessun bambino è un errore. Il dono della vita.

Nella Piazza, ci saranno anche oggi delle mamme coi loro bambini, e forse ce n’è anche qualcuna che è in “dolce attesa”. Per favore, non restiamo indifferenti alla loro presenza, impariamo a stupirci della loro bellezza, come hanno fatto Elisabetta e Maria, quella bellezza delle donne in attesa. Benediciamo le mamme e diamo lode a Dio per il miracolo della vita! A me piace – mi piaceva, perché adesso non posso farlo – quando nell’altra diocesi andavo in bus, vedere che quando saliva sul bus una donna in attesa, subito le davano il posto per sedersi: è un gesto di speranza e di rispetto!

Fratelli e sorelle, in questi giorni ci piace creare un clima festoso con luci, addobbi e musiche natalizie. Ricordiamoci, però, di esprimere sentimenti di gioia ogni volta che incontriamo una madre che porta in braccio o in grembo il suo bambino. E quando ci succede, preghiamo nel nostro cuore e diciamo anche noi, come Elisabetta: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!» (Lc 1,42); cantiamo come Maria: «L’anima mia magnifica il Signore» (Lc 1,46), perché sia benedetta ogni maternità, e in ogni mamma del mondo sia ringraziato ed esaltato il nome di Dio, che affida agli uomini e alle donne il potere di donare la vita ai bambini.

Tra poco benediremo i “Bambinelli” – ho portato il mio: questo me lo ha regalato l’Arcivescovo di Santa Fé, è stato fatto dagli aborigeni ecuadoriani – i Bambinelli che voi avete portato. Possiamo chiederci, allora: io ringrazio il Signore perché si è fatto uomo come noi, per condividere in tutto, eccetto il peccato, la nostra esistenza? Io lodo il Signore e lo benedico per ogni bambino che nasce? Quando incrocio una mamma in dolce attesa, sono gentile? Sostengo e difendo il valore sacro della vita dei piccoli fin dal loro concepimento nel grembo materno?

Maria, la Benedetta fra tutte le donne, ci renda capaci di provare stupore e gratitudine davanti al mistero della vita che nasce.